Haiti: preti e suore rapiti. Mons. Saturné (presidente dei vescovi), “rilasciarli vivi e senza condizioni. Le autorità assumano proprie responsabilità”

“La Chiesa di Haiti chiede che queste persone siano rilasciate vive e senza condizioni”. A parlare oggi al Sir dall’isola caraibica è mons. Launay Saturné, arcivescovo di Cap-Haïtien e presidente della Conferenza episcopale haitiana. Ieri mattina alle 9 nell’area metropolitana di Port-au-Prince sono state rapite tutte insieme 10 persone, tra cui 5 preti, 2 religiose e 3 familiari di un sacerdote che doveva insediarsi in una parrocchia. Due rapiti sono di nazionalità francese, gli altri haitiani. La sera stessa, in un’altra zona della città, sono stati rapiti anche un medico e un contabile. Mons. Saturné conferma che i rapitori hanno chiesto un riscatto di 1 milione di dollari e dice che ieri hanno avuto contatti con i rapitori. Forte e deciso è il suo appello alle autorità haitiane, guidate dal presidente Jovenel Moïse, in una situazione di incertezza politica e frequenti manifestazioni da parte delle opposizioni: “Chiediamo alle autorità di Haiti di assumersi la responsabilità di quello che sta accadendo – afferma il presidente dei vescovi haitiani -. Perché se occupano quel posto devono garantire la sicurezza dei propri concittadini”. A suo avviso “manca la buona volontà. Chi è al potere ha una missione che deve svolgere correttamente ma fino ad ora questa volontà non è manifesta. Ci sono dichiarazioni ma le promesse non sono state mantenute. Bisogna rafforzare la volontà e canalizzare i mezzi e le energie per garantire la sicurezza. I criminali non possono essere più forti delle forze dell’ordine. Non capiamo come poche persone possano sfidare l’autorità dello Stato in questo modo. Perché sono più armate delle forze dell’ordine? Dove trovano armi così sofisticate? Serve trasparenza, verità e rispetto dei diritti umani”. Ad Haiti i sequestri-lampo delle gang sono all’ordine del giorno, in aumento del 200% nell’ultimo anno. La Conferenza episcopale haitiana, oltre a gestire l’emergenza di queste ore in costante contatto con la nunziatura apostolica, sta anche elaborando un piano d’azione per aiutare la popolazione ad affrontare la complessa situazione di questi anni. “Da due anni e mezzo ci troviamo a vivere questa emergenza quotidiana  – racconta -. Le autorità dovrebbero prendere le misure necessarie per risolvere la situazione ma non fanno niente. È un problema gravissimo perché il popolo vive una situazione di angoscia, di paura, d’insicurezza, con tanti problemi a livello sociale e politico”. Non è la prima volta che avvengono sequestri di sacerdoti, religiose e stranieri ma “è la prima volta con tanti preti e religiose tutti insieme”.

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