“La criminalità organizzata non ha mai rappresentato una minaccia così grave per l’Ue e i suoi cittadini come oggi. La pandemia e le ricadute economiche e sociali rischiano di creare le condizioni ideali perché la criminalità organizzata si diffonda e si radichi nell’Ue e oltre”. Lo si legge nel rapporto pubblicato oggi dall’Europol, Socta 2021 (Valutazione della minaccia della criminalità organizzata e grave dell’Unione europea), un’indagine che appare ogni 4 anni, ma che per la prima volta offre nelle sue oltre 100 pagine, “approfondimenti senza precedenti sulla malavita criminale europea basata sull’analisi di migliaia di casi e dati di intelligence forniti a Europol”. Il 40% delle reti criminali è attiva nel traffico di stupefacenti, la più grande attività criminale nell’Ue. A minacciare i cittadini sono la tratta e lo sfruttamento di esseri umani, il traffico di migranti, le frodi online e offline e i reati contro il patrimonio. Un rischio sempre più reale, però è legato alla crescita esponenziale di dati che “i governi potrebbero non essere in grado di controllare”: “attacchi sofisticati e su larga scala” saranno usati “per rubare dati sensibili”. Anche la gestione dei rifiuti e del riciclo dei materiali diventerà un settore chiave per la criminalità. La pratica corruttiva resta la via privilegiata: quasi il 60% delle reti criminali denunciate è coinvolto nella corruzione. Oltre l’80% delle reti criminali attive nell’Ue utilizza “strutture commerciali legali per le proprie attività criminali”. E poi c’è il ricorso alla violenza, anche questo in aumento “in termini di frequenza e gravità”.