“Lo Spirito di verità e di pace che la Pasqua ci ha donato sia la forza della nostra testimonianza cristiana anche in questo tempo di attesa, che alimenta paure ed ansie. Questo tempo pasquale sia il tempo del nostro esodo, dopo la liberazione dal male, del nostro cammino in cui ciascuno di noi diventa un angelo per gli altri, perché annuncia la fede in Cristo risorto”. Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, nell’omelia pronunciata durante la messa per la Domenica della Divina Misericordia che ha presieduto nella basilica di San Francesco.
Commentando la pagina evangelica nella quale, apparendo ai discepoli, Gesù “porta il dono della pace, a loro che erano rinchiusi per paura”, l’arcivescovo ha assicurato che “è il dono della pace che il Signore regala in questi giorni anche a noi, rinchiusi per paura di una pandemia che continua, perché le nostre famiglie abbiano la serenità nonostante i limiti e le distanze anche dai propri cari”. “Spesso la nostra incredulità, come quella di Tommaso, non ci aiuta ad accorgerci di questa presenza di pace”, ha osservato mons. Perego: “Spesso viviamo la fede in Gesù come un momento e un tempo occasionale e non come la consapevolezza continua che il Signore accompagna ogni giorno della nostra vita, compagno di viaggio – come per i discepoli di Emmaus – per aiutarci a scoprire nella Parola la storia di una salvezza che il Padre ha preparato per noi. Questa intermittenza della fede non illumina con continuità ogni momento della nostra vita”. “La Pasqua – ha aggiunto – cambia il cuore e la mente, al punto tale che anche la proprietà non è più considerato solo un bene privato, ma qualcosa da condividere per il bene comune. La Pasqua rinnova non solo la vita personale, ma anche la vita economica e sociale, aprendola alla condivisione, alla fraternità. Forse questo tempo di pandemia ha fatto emergere un modello economico e sociale con molte lacune, che genera molti poveri”. “Il nostro cuore e la nostra fede – ha evidenziato l’arcivescovo – si aprono alla Pasqua perché ancora una volta Dio con il suo amore, il suo Spirito ci raggiunge e continua a stare con noi nei passaggi dell’esistenza. La Pasqua è grazia, che chiede la libertà della nostra testimonianza”. “La testimonianza cristiana – ha spiegato Perego – è alimentata dall’amore a Dio e al prossimo, declinato nei comandamenti”. “La gioia della Pasqua – ha concluso – ci metta in cammino e apra ciascuno di noi e le nostre famiglie, che sono, come ha scritto Papa Francesco, ‘l’ambito privilegiato per la trasmissione della fede’ (Fratelli tutti, 114), a questa testimonianza evangelica e ‘al gusto della fraternità’ (Fratelli tutti, 33)”.