Anche le Chiese cattoliche del Myanmar vengono prese di mira dai militari. Dopo la denuncia ieri dell’agenzia vaticana Fides, anche fonti del Sir confermano la notizia. “Le chiese cattoliche nella diocesi di Pathein – dice un sacerdote che per sicurezza rimane nell’anonimato – sono state invase ieri. Si comportano come banditi. Non so quando verranno da noi. Non abbiamo paura. Ci preoccupiamo solo dei nostri centri sanitari. Ci sono molti pazienti che hanno bisogno di cure e trattamenti”. Le irruzioni avvengono in molti luoghi. “I militari – racconta il prete – entrano nelle cliniche e negli ospedali privati, arrestano medici e infermieri, portano via tutte le medicine e le strumentazioni e distruggono il resto che non vogliono. Preghiamo che non succeda a noi”. I centri sanitari gestiti e sostenuti dai religiosi stanno svolgendo un ruolo essenziale nel Paese. “A seguito del colpo di Stato militare, il sistema sanitario governativo è già al collasso. Pertanto, i nostri centri sanitari ora funzionano come ospedali generali. Ma non sarà facile resistere a lungo. Stiamo affrontando tante difficoltà e anche il problema finanziario si sta aggravando. I servizi, fino ad ora, vengono erogati gratuitamente ma non sappiamo fino a che punto possiamo farlo in queste condizioni. D’altra parte, è difficile per noi addebitare il trattamento in questo momento perché la gente non ha i mezzi per pagare. Chiediamo loro una donazione almeno per l’acquisto dei medicinali”. “La giunta militare – conclude il sacerdote birmano – ha stabilito le leggi marziali per il popolo ma non per i militari. Possono fare tutto ciò che vogliono. Nessuna regola. Nessuna legge!”.