“I cristiani di Terra Santa sono una realtà fondamentale per la vita di tutta la Chiesa. Sono convinto che ci debba essere sempre un collegamento stretto tra loro e la Chiesa universale. Questo collegamento è rappresentato, in tempi di normalità, anche dai pellegrini di tutto il mondo. In questo modo le comunità cristiane locali sentono di far parte di una grande famiglia e sperimentare l’appartenenza alla Chiesa universale”. A ricordarlo è stato il custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, che ieri sera ha portato la sua testimonianza in un incontro on line promosso dall’Associazione “Aiuto Bambini Betlemme” dal tema “Essere cristiani in Terra Santa”. “Le comunità locali – ha aggiunto il custode – rappresentano, a loro volta, per la Chiesa universale il legame che la tiene unita alla Chiesa madre di Gerusalemme i cui fedeli hanno resistito lungo i secoli passando anche attraverso tempi di persecuzione”. Nel suo intervento il custode si è soffermato anche ad analizzare l’impatto del Covid-19 sulla vita delle comunità cristiane locali la cui economia si basa in particolare sul turismo e sui pellegrinaggi, bloccati dalla pandemia. “I cristiani di Terra Santa – ha detto padre Patton – devono essere orgogliosi e fieri della loro fede, ma devono essere anche tutelati e sostenuti perché vivono in situazioni non facili. La Colletta per la Terra Santa – che si celebra domani, Venerdì Santo, istituita da Paolo VI proprio per sovvenire ai bisogni dei cristiani locali – è un modo per aiutarli e per riconoscerci uniti nella fede”.