“La parola di Gesù ha il potere di far uscire alla luce ciò che uno porta nel cuore, che di solito è un miscuglio, come il grano e la zizzania. E questo provoca combattimento spirituale”. È l’analisi del Papa, nell’omelia della Messa del Crisma, celebrata oggi nella basilica di San Pietro. “Il Signore, come sempre, non dialoga con lo spirito maligno, risponde soltanto con la Scrittura”, il commento al Vangelo: “Nemmeno i profeti Elia ed Eliseo furono accettati dai loro compatrioti e invece lo furono da parte di una vedova fenicia e di un siro malato di lebbra: due stranieri, due persone di altra religione. I fatti colpiscono nel segno e provocano l’effetto che aveva profetizzato Simeone, quell’anziano carismatico: che Gesù sarebbe stato segno di contraddizione”. “Vedendo i gesti di misericordia sovrabbondante del Signore e ascoltando le sue beatitudini e i ‘guai a voi!’ del Vangelo, ci si trova obbligati a discernere e a scegliere”, il monito del Papa: “In questo caso la sua parola non fu accolta e questo fece sì che la folla, accesa d’ira, tentasse di togliergli la vita. Ma non era ancora l’ora e il Signore, ci dice il Vangelo, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. Non era l’ora, ma la velocità con cui si scatenarono la furia e la ferocia dell’accanimento, capace di uccidere il Signore in quello stesso momento, ci mostra che sempre è l’ora”.