Messa In Coena Domini: card. Re, “abbiamo sperimentato come un piccolo virus possa mettere in ginocchio il mondo intero”

“Nei Giovedì Santi degli anni passati era radicata tradizione, dopo questa Messa in Coena Domini, prolungare l’adorazione dell’Eucaristia lungo il corso della notte con varie iniziative di preghiera di adorazione e momenti di grande intensità religiosa. La drammatica situazione creata dal Covid-19 e il rischio del contagio purtroppo quest’anno non ce lo permettono, come già accaduto lo scorso anno”. Lo ha detto il card. Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, che al termine dell’omelia della Messa “In Coena Domini”, presieduta nella basilica di San Pietro, ha rivolto un invito: “Ritornando alle nostre case dobbiamo continuare a pregare col pensiero e col cuore pieni di gratitudine per Gesù Cristo, che ha voluto restare presente fra noi come nostro contemporaneo sotto i veli del pane e del vino. Da lui, che ha vissuto nella sua carne e nella sua anima la sofferenza fisica e la solitudine, vogliamo attingere la forza di cui abbiamo bisogno, ora più che mai, per far fronte alle grandi sfide di questa pandemia che miete migliaia di vittime ogni giorno in tutto il pianeta”. “Abbiamo sperimentato in modo universale come un piccolo virus possa mettere in ginocchio il mondo intero”, l’altro riferimento alla pandemia in corso: “Affinché abbia termine questo dramma, dobbiamo fare ricorso a tutti i mezzi umani che la scienza mette a nostra disposizione, ma c’è bisogno di un insostituibile passo in più: dobbiamo elevare una grande corale preghiera perché la mano di Dio ci venga in aiuto e ponga fine a questa tragica situazione che comporta preoccupanti conseguenze nel campo della salute, del lavoro, dell’economia, dell’educazione e dei rapporti diretti con le persone. Come ci ha insegnato lo stesso Cristo, è necessario andare a bussare fortemente alla porta di Dio, Padre Onnipotente”.

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