Messa crismale: mons. Lorefice (Palermo), “oggi possiamo dare la speranza che nasce dalla preghiera e dal nostro apostolato”

“Ci è chiesto di nutrire il popolo che ha fame. Proprio noi, spesso sconvolti e senza parole. Ma non dobbiamo dare e dire parole nostre, dobbiamo dare Eucaristia: il Corpo Risorto di Gesù di Nazareth che sfama le nostre esistenze e quanti sono stati affidati alla nostra cura”. Lo ha detto l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, durante la messa del Crisma, che ha celebrato stamani in cattedrale. “Oggi, in piena pandemia, mentre uomini e donne, giovani e anziani, amici e familiari, nostre sorelle e nostri fratelli muoiono soli e abbandonati – ha osservato il presule -, mentre le famiglie sono distrutte dalle antiche e dalle nuove povertà, in mezzo a politiche ingiuste, a una sanità che fa fatica, come dare quella speranza che anche noi, a volte, non sentiamo vibrare nei nostri cuori?”. Quindi, l’auspicio – con le parole di Papa Francesco pronunciate lo scorso 5 marzo a Baghdad – che “la speranza, ‘vaccino efficace contro questo brutto virus, che nasce dalla preghiera perseverante e dalla fedeltà quotidiana al nostro apostolato’ sia per noi vescovi, presbiteri, diaconi e consacrati ‘energia sempre nuova, per condividere la gioia del Vangelo, come discepoli missionari e segni viventi della presenza del Regno di Dio'”.
Infine, l’arcivescovo ha ricordato “come con due pani e cinque pesci furono sfamate cinquemila persone” e come “con il pane che diventa corpo di Cristo e il vino che diventa sangue di Cristo sfameremo noi e i nostri fratelli”. “Una kenosi estrema: il Cristo entra nel creato e nel lavoro dell’uomo per trasfigurarli, facendo suo il gemito di tutte le creature. Perché, se si fa Eucaristia, ogni gemito di morte si trasforma in gemito di vita, che nasce e rinasce dalla potenza dello Spirito”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa