Più che raddoppiati durante il lockdown 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, i casi di pubertà anticipata o precoce registrati all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. La rilevazione è contenuta in uno studio osservazionale condotto dagli specialisti del reparto di Endocrinologia, guidato da Marco Cappa, e pubblicato sull’Italian Journal of Pediatrics. La seconda fase della ricerca, già avviata, ha l’obiettivo di accertare le cause di questo fenomeno.
La pubertà precoce consiste nella maturazione sessuale che inizia prima degli 8 anni nelle bambine e prima dei 9 nei maschi. Rientra nell’ambito delle malattie rare, con un’incidenza di 0,1-0,6% della popolazione (in Italia da 1 a 6 nati ogni 1.000). Il corpo del bambino inizia a trasformarsi in adulto troppo presto, con un’accelerazione dello sviluppo dei caratteri sessuali e una rapida chiusura delle cartilagini di accrescimento osseo: per effetto di questo processo, i bambini crescono velocemente in altezza, ma poi il picco si esaurisce e da adulti hanno una statura inferiore alla media. Se la diagnosi interviene precocemente – prima degli 8 anni – è possibile usare dei farmaci per rallentare la pubertà.
Nel periodo marzo-settembre 2019 i pazienti che presentavano un anticipo puberale o una pubertà precoce sono stati 93 (87 femmine e 6 maschi); nello stesso periodo del 2020 sono stati rilevati, invece, 224 pazienti (215 femmine e 9 maschi). Si tratta di bambini di età inferiore agli 8 anni. Per la precisione, nel 2019, l’età media si è attestata per le bambine a 7,51 anni e a 7,97 nei maschi.
L’ipotesi dei ricercatori è che alla base del fenomeno ci sia stata una combinazione di fattori coincidenti durante il lockdown: modifiche dello stile di vita (scarsa attività fisica), modifiche dell’alimentazione e uso prolungato di pc e tablet (per seguire la scuola a distanza). Intanto è iniziata la seconda fase della ricerca alla quale partecipano anche i Centri di endocrinologia pediatrica di Genova, Cagliari e Napoli. La raccolta dei dati dovrebbe terminare entro marzo 2021. “Durante il lockdown – afferma Cappa – i bambini hanno subito dei cambiamenti che hanno influito sul normale timing della crescita”. Un fenomeno “il cui impatto è tutto da valutare. È probabile, ad esempio, che il trend d’incremento staturale a cui assistiamo di anno in anno potrebbe avere un significativo arresto legato al fenomeno della pubertà rapida”.