Papa in Iraq: Sayyed Jawad Al-Khoei (sciita di Najaf), “presto ci recheremo in Vaticano. Dialogo continui, non si fermi qui”

L’incontro tra Papa Francesco e il Grande Ayatollah al-Sistani è stato preparato da “molti anni di scambi tra Najaf e Vaticano”. E se al momento, all’orizzonte, non c’è la firma o la redazione di un documento comune, c’è però una promessa: “Presto ci recheremo in Vaticano per assicurarci che questo dialogo continui, si sviluppi e non si fermi qui”. A formularla, in un’intervista al Sir di bilancio al termine del viaggio del Papa in Iraq, è uno degli esponenti di spicco del mondo sciita iracheno, Sayyed Jawad Mohammed Taqi Al-Khoei, segretario generale dell’Istituto Al-Khoei di Najaf. Parlando dell’incontro a Najaf tra Papa Francesco e il Grande Ayatollah Al-Sistani, l’accademico sciita sottolinea come “sebbene questo sia il primo incontro nella storia tra il capo dell’establishment islamico sciita e il capo della Chiesa cattolica, questa visita è il frutto di molti anni di scambi tra Najaf e Vaticano e rafforzerà senza dubbio le nostre relazioni interreligiose. È stato un momento storico anche per l’Iraq”. Riguardo ai passi futuri, Sayyed Jawad Mohammed Taqi Al-Khoei, dice: “Dobbiamo continuare a rafforzare le nostre relazioni come istituzioni e individui. Presto ci recheremo in Vaticano per assicurarci che questo dialogo continui, si sviluppi e non si fermi qui. Il mondo deve affrontare sfide comuni e queste sfide non possono essere risolte da nessuno Stato, istituzione o persona, da soli, senza il coordinamento e la collaborazione di tutti e in tutto il mondo”. E alla domanda sulla possibilità di arrivare ad un documento comune, come il testo firmato due anni fa ad Abu Dhabi, l’esponendo sciita risponde: “Non credo che ci potrà essere la firma di alcun documento, ma il messaggio dell’Ayatollah Al-Sistani è molto in linea con lo spirito e l’etica della fraternità umana che è al centro di questa iniziativa interreligiosa”. E poi conclude: “Il messaggio che Papa Francesco lascia all’Iraq è l’importanza di continuare a lavorare insieme, mano nella mano, per respingere la violenza e l’odio e abbracciarci come esseri umani”.

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