Sono due risposte principali che possono fare la differenza in aree dove la persecuzione anticristiana è presente. Lo segnala il nuovo report realizzato da Porte Aperte/Open Doors intitolato “Stessa fede, diversa persecuzione. Report sulle differenze di persecuzione religiosa tra uomini e donne 2021” e diffuso in occasione della Giornata internazionale della donna. Innanzitutto, “le organizzazioni cristiane locali possono ridurre l’impatto degli abusi mirati”. Secondo gli autori del report, le vittime della persecuzione religiosa di genere possono essere colpite da “un senso di vergogna insormontabile”. Chiese e cristiani devono contrastare questo fenomeno “incrementando la condivisione di testimonianze e di una narrativa comune che aiutino un uomo o una donna a scoprire il suo vero, immutabile valore”. In secondo luogo, “i governi e i responsabili politici devono riconoscere il fattore fede. La fede dell’individuo è una delle ragioni per cui potrebbe essere preso di mira in situazioni di conflitto, specialmente quando si considera il suo genere, in particolare le donne”. In merito a questo secondo punto la coautrice del report, Helen Fisher, afferma: “È ora che il fattore fede venga riconosciuto. Mentre l’etnia e il genere sono riconosciute come vulnerabilità nelle zone di conflitto, la fede individuale generalmente non lo è. In occasione della Giornata internazionale della donna abbiamo bisogno che i responsabili politici comprendano l’opposizione che affrontano le donne cristiane nel mondo, mentre cercano di vivere pacificamente la propria fede”. Cristian Nani, direttore di Open Doors in Italia, evidenzia: “È ormai chiaro che si colpisca la donna cristiana per ferire a morte intere comunità cristiane. Si delinea una terrificante strategia comune, in cui il corpo delle donne è un bersaglio di persecutori”, strategia che “ha lo scopo di devastare le vittime, demolire la famiglia e limitare di conseguenza la crescita della Chiesa. Va assolutamente riconosciuta questa doppia vulnerabilità delle donne cristiane nei Paesi dove già esiste una forma di persecuzione anticristiana: istituzioni, governi ma anche la stessa comunità cristiana globale deve esserne consapevole e usare ogni tipo di influenza possibile affinché il destino di queste nostre madri, figlie, sorelle, cambi”.