Otto marzo: mons. Savino (Cassano all’Jonio) alle detenute a Castrovillari, “nessuno può rimanere marchiato a vita da una colpa”

“Nessuno può rimanere marchiato a vita da una colpa, ognuno dovrebbe lavorare con cura alla ricostruzione del sé per liberarsi dalla schiavitù di certe etichette che non rendono uomini liberi”. Così il vescovo di Cassano all’Jonio, mons. Francesco Savino, in visita, questa mattina, per la Giornata internazionale della donna, alle detenute della casa circondariale “Rosetta Sisca” di Castrovillari. Una visita, quella del presule, che ha voluto significare vicinanza e affetto nei confronti di quelle donne che vivono la reclusione con “dignità e desiderio di riscatto”. Un momento vissuto anche nella preghiera de “L’Amore Evangelico” di Madeleine Delbrêl, e nel silenzio cui è seguito un accorato appello di mons. Savino che ha affidato alla coscienza di ognuna la convinzione che la dignità si debba coniugare con la legalità e la giustizia.
La mimosa e una preghiera di Papa Francesco il testimone che oggi il presule ha voluto donare, accompagnato da una delegazione della Caritas diocesana, con il suo vicario, don Mario Marino, e dal cappellano della casa circondariale, don Francesco Faillace. “La festa della donna sia una festa di libertà, di desiderio di legalità ed amore per la giustizia” con l’augurio finale del vescovo di “rincontrare gli occhi di queste donne al di fuori di quelle mura con gli occhi della testimonianza della verità”.

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