È morta questa mattina alle 6.10, a Lunzu, presso il Mlambe Hospital in Malawi, Germana Munari, medico missionario di 82 anni, laica consacrata nell’istituto delle Francescane ausiliarie laiche missionarie (Falmi). Ne dà notizia la diocesi di Carpi, partecipando al dolore dei familiari e delle consorelle. Una preghiera di suffragio si terrà nella parrocchia del Corpus Domini questa sera alle ore 18.30 e domenica 14 marzo alle ore 11.30 con la celebrazione della messa. Le esequie saranno celebrate mercoledì 10 marzo nella cattedrale di Blantyre, la diocesi dove ha sede il Mlambe Hospital di Lunzu, luogo dove viveva e lavorava Germana Munari. Negli ultimi mesi era stata più volte ricoverata per problemi di salute, fino all’ultima infezione polmonare che ne ha determinato il morte. “Lontano dalla confusione del mondo cosiddetto civilizzato lei ha donato gli anni della sua vita e le sue competenze mediche per la vita del popolo del Malawi – ha commentato don Antonio Dotti, direttore del Centro missionario diocesano di Carpi -, uno dei tanti Paesi schiacciati dalla povertà causata dalle logiche di mercato imposte dai Paesi più ‘progrediti’. La testimonianza che ci lascia è straordinaria”. Germana Munari era nata a Correggio il 16 novembre 1938. Subito dopo il liceo classico entra nella società Falmi con sede a Roma. Nella società intraprende gli studi di medicina all’Università di Roma e si laurea nel 1966. Poi, a Dublino, consegue la qualifica di “medico internazionale” specializzandosi in tutte le malattie tropicali. Dopo una prima esperienza di sei mesi, nel 1962, viene inviata definitivamente in Malawi dove si impegna nell’attività sanitaria, per giungere, nel 1980, a Lunzu dove inizia a lavorare presso il “Mlambe Hospital”. Da quindici anni vive con lei la missionaria Anna Tommasi. All’attività in ospedale associa l’aiuto ai bambini orfani sparsi nei villaggi vicini con il progetto di adozione a distanza “A mani aperte”. Nel 2006, con l’aiuto del Centro missionario di Carpi e l’Associazione Volontari per le missioni, costruisce due case per gli infermieri ed il personale paramedico che lavora nel suo ospedale. Si è impegnata anche nella realizzazione di asili, cappelle e pozzi nei villaggi circostanti a Lunzu.