“Rivolgo un accorato appello perché sia data precedenza nella vaccinazione non solo ai disabili ‘estremamente vulnerabili’ ma a tutti i disabili tenuto conto che molti frequentano centri di riabilitazione dove, anche se controllati, si sono purtroppo verificati in più occasioni contagi! Parlo per esperienza personale, fate presto!”. Lo ha dichiarato Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia. “È una situazione paradossale che sta generando confusione”, denuncia: “Per fare un esempio nella possibilità di prenotazione online sono inserite solo alcune tipologie di disabilità. Per altri disabili si parla di possibilità di contatto con le strutture sanitarie o i medici di famiglia ma poi nella realtà strutture e medici si rimbalzano la responsabilità”. “Finora – prosegue – sono totalmente esclusi, ad esempio categorie di disabili che hanno il codice di esenzione C02, cioè disabili al 100% con accompagno o anche tutte quelle persone con malattie oncoematologiche”. Secondo Iacomini, “c’è incoerenza tra quelli considerati ‘super vulnerabili’ (ad esempio con sindrome di down e assolutamente degni di qualsiasi supporto sia ben chiaro) e altri disabili gravi che però sono considerati meno vulnerabili molti dei quali vivono ormai in totale isolamento da un anno per non dire segregati. Dopo gli ultraottantenni dovrebbe toccare a loro”, l’appello del portavoce di Unicef Italia. “Mi domando come si faccia a stabilire precedenze rispetto ad una realtà così complessa come quella della disabilità. Giusto vaccinare gli operatori ma ora bisogna procedere con chi frequenta i centri e si può contagiare in casa”. “Stessa precedenza”, conclude Iacomini, “che va data ai cargivers che non possono permettersi di ammalarsi o essere in isolamento perché la quotidianità dei disabili dipende da loro. Vaccinare un cargiver vuol dire proteggere due volte un disabile. Non dimentichiamolo”.