“A seguito di tante segnalazioni di giusto sdegno e di proteste riguardo alle ricorrenti occasioni di mancanza di rispetto, di derisione e di manifestazioni blasfeme nei confronti della fede cristiana, della Chiesa cattolica e dei credenti, esibite in forme volgari e offensive nel corso della 71ª edizione del Festival della Canzone Italiana a Sanremo, sento il dovere di condividere pubblicamente una parola di riprovazione e di dispiacere per quanto accaduto”. Esordisce così mons. Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia– San Remo, nella nota diffusa oggi dalla diocesi, a poche ore dalla chiusura dell’edizione 2021 del Festival della Canzone italiana di Sanremo. Un intervento che il vescovo definisce “doveroso”, con lo scopo di “confortare la fede ‘dei piccoli’, per dare voce a tutte le persone credenti e non credenti offese da simili insulsaggini e volgarità, per sostenere il coraggio di chi con dignità non si accoda alla deriva dilagante, per esortare al dovere di giusta riparazione per le offese rivolte a Nostro Signore, alla Beata Vergine Maria e ai santi, ripetutamente perpetrate mediante un servizio pubblico e nel sacro tempo di Quaresima”. Il vescovo è critico anche nei confronti della premiazione di Fiorello: “Quanto al premio ‘Città di Sanremo’, attribuito ad un personaggio, che porta nel nome un duplice prezioso riferimento alla devozione mariana della sua terra d’origine, trovo che non rappresenti gran parte di cittadinanza legata alla fede e dico semplicemente ‘non in mio nome’”.