“Grazie di essere qui tra noi. Lei è un pellegrino di pace e una voce che risveglia coscienze”. È il saluto al Papa di mons. Najeeb Michaeel, arcivescovo di Mosul e Aqra dei Caldei, nella prima tappa dell’ultima giornata in Iraq, dedicata alla preghiera per le vittime della guerra. “Oggi noi vogliamo una voce profetica che aiuti questo popolo sofferente che sopporta il fardello della violenza, dell’ingiustizia e della disuguaglianza sociale”, ha proseguito il vescovo: “Oggi a Ninive incominciano a germogliare buoni semi attraverso i giovani e le persone di buona volontà, per combattere la povertà e l’ingiustizia. Insieme diciamo insieme no al fondamentalismo, no al settarismo e no alla corruzione”. “Sono uomini e donne di Mosul e della Piana di Ninive che instancabilmente costruiscono ponti e abbattono i muri tra le religioni per raggiungere l’amore e la fratellanza umana”, la testimonianza del presule: “Noi, figli di chiese, moschee e mausolei, siamo fratelli nell’umanità, con un solo cuore e una sola volontà e mano nella mano esprimiamo a Vostra Santità la nostra unità nella diversità e le chiediamo di pregare affinché i popoli dell’Iraq, del Medio Oriente e di tutti i Paesi poveri e lacerati si sollevino per incamminarsi verso la pace sociale, la dignità umana e la prosperità fraterna”.