“Qui in Iraq, quanti dei vostri fratelli e sorelle, amici e concittadini portano le ferite della guerra e della violenza, ferite visibili e invisibili!”. Lo ha esclamato il Papa, nell’omelia della Messa nello stadio di Erbil, momento conclusivo del suo viaggio in Iraq, Paese in cui mai nessun pontefice era stato prima di allora e dal quale si congederà domani. “La tentazione è di rispondere a questi e ad altri fatti dolorosi con una forza umana, con una sapienza umana”, ha proseguito Francesco: “Invece Gesù ci mostra la via di Dio, quella che Lui ha percorso e sulla quale ci chiama a seguirlo”. “Come Gesù non tollerò che la casa del Padre suo diventasse un mercato – il commento al brano evangelico in cui Gesù ha scacciato i mercanti – così desidera che il nostro cuore non sia un luogo di subbuglio, disordine e confusione”. “Il cuore va pulito, va ordinato, va purificato”, la tesi del Papa: “Dalle falsità che lo sporcano, dalle doppiezze dell’ipocrisia. Tutti noi ne abbiamo. Sono malattie che fanno male al cuore, che infangano la vita, la rendono doppia. Abbiamo bisogno di essere ripuliti dalle nostre ingannevoli sicurezze che mercanteggiano la fede in Dio con cose che passano, con le convenienze del momento. Abbiamo bisogno che siano spazzate via dal nostro cuore e dalla Chiesa le nefaste suggestioni del potere e del denaro”.