“Per ripulire il cuore abbiamo bisogno di sporcarci le mani: di sentirci responsabili e non restare a guardare mentre il fratello e la sorella soffrono”. Ne è convinto il Papa, che nell’omelia della Messa a Erbil ha ricordato come solo Gesù “può purificarci dalle opere del male, lui che è morto e risorto, lui che è il Signore! Dio non ci lascia morire nel nostro peccato. Anche quando gli voltiamo le spalle, non ci abbandona mai a noi stessi. Ci cerca, ci insegue, per chiamarci al pentimento e per purificarci”. “Gesù non solo ci purifica dai nostri peccati, ma ci rende partecipi della sua stessa potenza e sapienza”, ha proseguito Francesco: “Ci libera da un modo di intendere la fede, la famiglia, la comunità che divide, che contrappone, che esclude, affinché possiamo costruire una Chiesa e una società aperte a tutti e sollecite verso i nostri fratelli e sorelle più bisognosi. E nello stesso tempo ci rafforza, perché sappiamo resistere alla tentazione di cercare vendetta, che fa sprofondare in una spirale di ritorsioni senza fine”.