Don Ammar Yako, vicario generale dell’arcidiocesi di Mosul dei Siri, ha portato davanti al Papa, a Qaraqosh, la sua testimonianza nelle diverse guerre che hanno insanguinato il Paese: la guerra in Iraq in cui cadde il regime, poi gli attacchi terroristici e i conflitti interni che continuano fino ad oggi. “Il Signore – ha raccontato – mi ha salvato due volte, perché sono stato vicino alla morte quando stavo
andando a celebrare la santa Messa a Zakho, via Mosul, a pochi metri dall’esplosione di un’autobomba; e la seconda volta quando mi sono trovato in mezzo a raffiche di proiettili. Un altro tempo della mia vita sacerdotale è stata la notte dell’esodo nel 2014, notte in cui i terroristi dell’Isisi si sono avvicinati alla città in cui servivo. Nel mio cuore avevo una forza, il ignore mi ha fatto aiutare chi voleva lasciare la città, e restare fino a poche ore prima dell’ingresso dei terroristi. Il Signore ci ha salvati e siamo riusciti a fuggire”. “Da quel momento – ha proseguito il sacerdote – abbiamo affrontato una prova difficilissima e durissima: vivere dispersi nelle strade, piazze e parchi pubblici senza riparo né cibo. Con la forza di Dio, nel nostro servizio sacerdotale abbiamo potuto aiutare le famiglie, essere con loro, distribuire cibo, vestiti e altri aiuti. I tre anni che abbiamo vissuto da profughi non sono ‘anni
maledetti’, bensì anni di benedizione da parte del Signore. E poi, il Signore ci ha mostrato la sua Gloria dopo la liberazione delle nostre città e villaggi, tutto
è stato completamente distrutto: chiese e migliaia di case bruciate e tutto saccheggiato e distrutti tutti i servizi essenziali. Ma il Signore non ci ha abbandonati, bensì è stato un miracolo far tornare la vita in questa città; ed eccoci qui oggi nella nostra cara città. Che gioia vedere Sua Santità in mezzo a noi! Chi avrebbe mai pensato che un giorno avremmo avuto la Vostra presenza, Santo Padre,
in questo piccolo paese, anche se era nei nostri sogni? Santo Padre, grazie di essere tra noi, a mostrare oggi la Gloria di nostro Signore nella Chiesa e a tutto il mondo. Ci benedica, ci porti nel cuore!”.