“Solo la dimensione religiosa è in grado di fondare la fratellanza umana, il sentirsi fratelli in quanto figli dello stesso Padre”. Ma perché ciò accada occorre “riuscire a superare quel corto circuito che si è prodotto quando – in questa epoca così come nel passato – la religione è stata utilizzata strumentalmente come un coefficiente per altre finalità di tipo geopolitico rispetto alla libertà religiosa. L’incontro tra Papa Francesco e Al-Sistani è un segnale in controtendenza ed evoca l’atteggiamento di dialogo di San Francesco d’Assisi che, nel corso della quinta Crociata, nel giugno 1219, va dal Sultano d’Egitto Malek al-Kamel, e che ci ricorda in qualche modo che la libertà religiosa è garantita anzitutto dalla capacità degli uomini di fede di rispettarsi reciprocamente”. Lo ha detto mons. Domenico Pompili, vescovo di Rieti, commentando la visita di Papa Francesco in Iraq, cominciata ieri nella capitale irachena. Questa mattina il Pontefice si è recato a Najaf in visita di cortesia dal Grande Ayatollah Sayyid Ali Al-Husayni Al-Sistani. Nel corso dell’incontro, ha riferito il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, “il Santo Padre ha sottolineato l’importanza della collaborazione e dell’amicizia fra le comunità religiose perché, coltivando il rispetto reciproco e il dialogo, si possa contribuire al bene dell’Iraq, della regione e dell’intera umanità”.