America Latina: rapporto Cepal dopo un anno di pandemia. In povertà un terzo delle popolazioni. Bárcena, “acutizzate diseguaglianze strutturali”

L’America Latina era già caduta in una pericolosa spirale prima dello scoppio della pandemia, con un peggioramento consistente di tutti gli indicatori, e questi ultimi drammatici 12 mesi hanno spinto il continente in un vero e proprio baratro. Lo sostiene la Cepal, la Commissione Onu per l’America Latina, che giovedì 4 marzo ha presentato il rapporto annuale “Panorama sociale dell’America Latina”, nel corso di una conferenza stampa virtuale, alla quale ha partecipato anche il Sir, condotta della segretaria esecutiva, Alicia Bárcena. I dati rivelano che l’America Latina è la regione del mondo più colpita dalla pandemia, sia dal punto di vista sanitario che da quello socio-economico. Alcuni dati sono eloquenti: con l’8,4% della popolazione mondiale, ha registrato il 18,6% dei contagi (15,6 milioni) e il 27,8% dei decessi (507mila). Una situazione dovuta anche all’urbanizzazione, dato che l’81% della popolazione vive in città e il 35% in metropoli con più di un milione di abitanti. Il prodotto interno lordo complessivo è calato del 7,7%, hanno chiuso 2,7 milioni di imprese. La povertà è tornata ai livelli di 12 anni fa, la povertà estrema a quelli di vent’anni fa: nel continente il tasso di povertà estrema è salito al 12,5% della popolazione, quello di povertà al 33,7%.
Dal punto di vista sanitario, oltre a un sistema di salute deficitario, risalta la diseguaglianza nell’accesso ai vaccini, tanto che in tutta evidenza l’America Latina non raggiungerà durante il 2021 l’immunità di gregge e i Paesi latinoamericani sono penalizzati dal forte processo internazionale di accaparramento. La Cepal presenterà nei prossimi giorni una ricerca specifica sulla vaccinazione a livello continentale.
Ha commentato Alicia Bárcena: “la pandemia è piombata su un continente che da sette anni era in bassa crescita, con un aumento di povertà e crescenti tensioni sociali. L’ultimo anno ha acutizzato le diseguaglianze strutturali del continente, soprattutto per quanto riguarda il lavoro informale, la mancanza di protezione sociale e la bassa produttività. Sono emersi tutti i limiti del sistema sanitario ed educativo”. Secondo la segretaria esecutiva, è innegabile che gli Stati abbiano stanziato ingenti risorse per fronteggiare l’emergenza, con un saldo positivo di interventi pubblici di 86 milioni di dollari, che hanno raggiunto il 50% della popolazione. “Ma ciò non è sufficiente, nel 2021 sarà necessario mantenere interventi d’emergenza. Per il futuro serviranno politiche pubbliche e di trasformazione, soprattutto pensando a sistemi di welfare universali e sostenibili. L’appello della Cepal per un nuovo patto sociale è valido più che mai”.

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