“La pandemia ha esacerbato le disparità esistenti tra donne e uomini in quasi tutti i settori della vita, sia in Europa che altrove, riportando indietro i risultati ottenuti a fatica negli anni passati” e nonostante il fatto che “l’uguaglianza di genere non sia mai stata così in cima all’agenda politica dell’Ue e la Commissione abbia compiuto sforzi significativi per attuare la strategia sull’uguaglianza di genere, adottata un anno fa”. Questo dice il primo rapporto sull’uguaglianza di genere, pubblicato oggi dalla Commissione europea, a un anno dall’introduzione della strategia. 64 pagine che raccontano “le ricadute negative della pandemia sulle donne”: tra queste, l’aumento della violenza domestica, l’aumento senza precedenti del carico di lavoro, dei rischi per la salute e delle sfide all’equilibrio tra lavoro e vita privata per le donne impegnate nella sanità (e i tre quarti degli operatori sanitari sono donne), le ricadute occupazionali per la crisi in settori quali vendita al dettaglio, alberghiero e ristorazione, cura e lavoro domestico. La nota della Commissione mette anche in rilievo “una sorprendente mancanza di donne negli organi decisionali per l’emergenza Covid-19”: delle 115 task force nazionali in 87 Paesi, inclusi 17 Stati membri dell’Ue, l’85,2% era composto principalmente da uomini, l’11,4% comprendeva principalmente donne e solo il 3,5% aveva la parità di genere.
A livello politico, solo il 30% dei ministri della Salute nell’Ue sono donne. Per monitorare e seguire meglio i progressi in termini di parità di genere in ciascuno dei 27 Stati membri, la Commissione lancia oggi un portale di monitoraggio.