Papa in Iraq: card. Sako, “ci rassicura che non siamo dimenticati”

“I cristiani erano la grande maggioranza all’arrivo dei musulmani nel nostro paese, e diedero molto ai musulmani, anzi i nostri antenati hanno creato un modello di coesistenza, contribuendo notevolmente alla cultura; oggi siamo diventati una minoranza, ma siamo una minoranza viva e attiva e abbiamo contribuito alla costruzione dell’Iraq e allo sviluppo della sua cultura”. È la fotografia scattata dal card. Louis Raphaël Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei e presidente dell’Assemblea dei Vescovi Cattolici d’Iraq, nel discorso di benvenuto nella cattedrale siro-cattolica di Baghdad. “In questi ultimi anni siamo stati sottoposti a molte difficoltà, pericoli e persecuzioni e la migliore testimonianza è questa cattedrale dei siriani cattolici in cui siamo riuniti, che è stata oggetto di un bombardamento criminale il 31 ottobre 2010”, ha proseguito Sako: “durante la santa messa 48 martiri sono stati uccisi, tra cui due nostri giovani sacerdoti, Tha’er e Wasim, e molti sono rimasti feriti. Nell’agosto 2014, l’Isis ha fatto fuggire tutti i 120.000 cristiani dalla piana di Ninive e da Mossul, e ringraziamo Dio per il fatto che queste aree sono state liberate nel 2017 e 50% dei loro abitanti sono tornati. Nonostante ciò che ci ha colpito e il nostro dolore, abbiamo preservato la fede, la nostra serenità spirituale e la nostra solidarietà fraterna, e tutte le chiese hanno fatto un grande lavoro per stare accanto alle persone danneggiate, per aiutarle e alleviare il loro dolore”. “Santità – le parole rivolte al Papa – questa vostra visita paterna ci dà la forza di superare le avversità, ci rassicura che non siamo dimenticati, e genera in noi fiducia ed entusiasmo per continuare il nostro cammino di fede e di testimonianza evangelica, nonostante le difficoltà, e per contribuire con i nostri compatrioti musulmani e gli altri a costruire il nostro paese su regole solide e a stabilire i valori della cittadinanza e della convivenza sulla base di una fraternità rispettosa della diversità e del pluralismo. A Dio piacendo, grazie alle vostre preghiere, al vostro continuo interessamento, e alla buona volontà degli iracheni, usciremo dalle nostre crisi verso un futuro migliore”.

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