Otto marzo: Azione contro la fame, “donne rischiano di più fame e insicurezza alimentare. Ma restano l’arma più efficace per combatterla”

In quasi due terzi dei Paesi, le donne continuano a rischiare, più degli uomini, di soffrire la fame e l’insicurezza alimentare. Le giovani che decidono di mettere su famiglia, inoltre, hanno il 25% di probabilità in più degli uomini di vivere una condizione di estrema povertà. Infine, sono donne l’80% delle persone sfollate a causa dei cambiamenti climatici (dati del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite). È quanto denuncia Azione contro la fame in vista della Giornata internazionale dei diritti della donna, in programma lunedì 8 marzo, rilevando quanto siano distanti dall’essere raggiunti “gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, che auspicano entro il 2030 le pari opportunità nello sviluppo economico, oltre che l’eliminazione di tutte le forme di violenza nei confronti delle donne”.
“Sembra che questi dati provengano da Marte – ha dichiarato Alessandra Favilli, vicepresidente di Azione contro la fame – invece rappresentano la triste realtà”. “Le donne, che sarebbero in grado guidare il cambiamento e la lotta alla fame, sono le prime vittime di questa grave piaga”, ammonisce Favilli, convinta che “sono loro che rappresentano la prima ‘arma’ per prevenire e combattere la malnutrizione. Non si tratta di una questione ideologica ma di una constatazione fortemente pragmatica”.
Le donne, d’altra parte, nei Paesi a basso reddito rappresentano circa il 50% dell’occupazione nel settore agricolo. Si stima che riservare loro più risorse, mettendole nelle condizioni di agire in qualità di decisori, potrebbe diminuire il numero di affamati di 100-150 milioni di persone. Nel mondo, come nelle singole comunità, se le donne partecipano alle decisioni consentono alle proprie famiglie di godere di un aumento del reddito familiare fino al 20%.
“Nei presidi sanitari e nei nostri centri di cura – ha aggiunto Maurizia Iachino, componente del consiglio di amministrazione di Azione contro la Fame – le donne, siano esse medici, infermiere, operatrici sanitarie di comunità, guidano i nostri sforzi per prevenire e trattare la malnutrizione. Inoltre, nelle comunità in cui lavoriamo, le madri sono le prime a individuare i ‘segni’ della malnutrizione nei loro bambini”.
Per questa ragione, quest’anno Azione contro la fame lancia l’hashtag #seledonne. “Se le donne che abitano nelle aree rurali disponessero di maggiori risorse economiche e di opportunità in tema di formazione – ha affermato Giorgina Gallo, anche lei parte del cda dell’organizzazione umanitaria – diverrebbero l’asset principale della lotta contro la fame e la malnutrizione, rendendo i sistemi alimentari più produttivi e sostenibili”.

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