Quaresima: Peregrinatio Crucis nelle carceri della Campania. Don Grimaldi (cappellani), “un invito a non cedere alla disperazione di fronte alle miserie e cadute umane”

La Croce della Misericordia benedetta da Papa Francesco il 14 settembre 2019 si fa “pellegrina di speranza” nelle carceri della regione Campania dal 1° marzo al 4 aprile. “Questo evento di grazia e di fede – afferma don Raffaele Grimaldi, ispettore generale dei cappellani nelle carceri italiane – vuole aiutare il mondo penitenziario a vivere nella gioia il tempo della Quaresima e a non sentirsi né solo né abbandonato specialmente in questo tempo di distanziamento e di angoscia”.
La Peregrinatio Crucis vuole toccare le “periferie esistenziali” affinché “il carcere non sia solo una periferia da emarginare. La Croce è un segno di vicinanza della Chiesa, verso i ristretti privati della loro libertà personale a causa di errori commessi. Essa rappresenta, inoltre, un incoraggiamento verso gli operatori pastorali che offrono il loro servizio nelle carceri e una sollecitudine a spalancare il cuore per guardare con speranza la sfiducia sociale che il mondo sta vivendo”.
“La Croce, segno dell’amore di Dio che varca le prigioni, è un invito a non cedere alla disperazione di fronte alle miserie e cadute umane. Gesù, dalla Croce, rivolge il suo sguardo e la sua attenzione ai disperati – ricorda il sacerdote -, agli smarriti di cuore e, dalla Croce ‘cattedra silenziosa di Dio’, Egli parla all’umanità di perdono, di misericordia, di accoglienza. Da quella stessa Croce Gesù tende la sua mano e salva il Ladrone pentito accogliendo il suo estremo atto di pentimento perché nulla è impossibile a Dio”.
Anche “davanti ai macigni del peccato – aggiunge don Grimaldi – Dio non ha paura di perdonare e rischia con la sua infinita Misericordia. Perciò, Gesù, il condannato a morte, pur essendo innocente ci dona uno sguardo nuovo e indica la direzione della nostra vita. Il Suo sguardo è anche l’invito a rivolgere attenzione all’altro e a non dimenticare gli innocenti imprigionati e ingabbiati che, a causa di errori e accanimenti giudiziari, sono in fiduciosa attesa. L’errore umano del giudicante, oltre a distruggere la vita sociale di alcuni di essi, rischia di marchiare a vita molti uomini e donne”.
Pertanto, la Croce della Misericordia che nella prima tappa toccherà le carceri della Campania per proseguire il suo pellegrinaggio negli istituti di pena di altre regioni d’Italia, “vuole far rifiorire la pace e la fiducia riconciliando il cuore dei detenuti come un invito a porre dinanzi al Crocifisso la propria vita con la sincerità di cuore, consegnando con la fiducia dei figli il proprio peccato e il male seminato nel passato”.
La Croce che entra in carcere “vuole liberare il condannato della giustizia umana indicando la strada per non lasciarsi imprigionare nella cella buia della disperazione”. La Peregrinatio Crucis è, dunque, “un pellegrinaggio simbolico nei luoghi della pena, ma anche di riconciliazione, per affermare che tutti hanno diritto alla speranza”.

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