Povertà assoluta: Istat, le condizioni di famiglie con stranieri peggiorano di più rispetto a quelle di soli italiani

Nel 2020, l’incidenza di povertà assoluta passa dal 4,9% al 6,0% tra le famiglie composte solamente da italiani, dal 22,0% al 25,7% tra quelle con stranieri, che conoscono una diffusione del fenomeno molto più rilevante e tornano ai livelli del 2018. È quanto emerge dalle stime preliminari della povertà assoluta per l’anno 2020 diffuse oggi dall’Istat insieme alle stime preliminari delle spese per consumi delle famiglie.
“Tuttavia, tra il 2019 e il 2020 – rileva l’Istat – si riduce la quota di famiglie con stranieri sul totale delle famiglie povere, passando da oltre il 30% al 28,7% (più del 31% nel 2018). Questo seppur limitato cambiamento strutturale si può imputare al considerevole incremento di famiglie povere composte solamente da italiani che rappresentano circa l’80% delle 335mila famiglie in più che si contano nel nostro Paese nel 2020”.
Dai dati diffusi emerge che la crisi ha colpito in modo particolare le famiglie in cui la persona di riferimento (p.r.) è nella fase centrale dell’esistenza lavorativa. Per quelle con p.r. tra i 35 e i 44 anni e tra i 45 e i 54, l’incidenza di povertà assoluta cresce rispettivamente dall’8,3% al 10,7% e dal 6,9% al 9,9%. Sono infatti le famiglie con p.r. occupata a risentire di più degli effetti della crisi (l’incidenza passa dal 5,5% al 7,3%), mentre per quelle con p.r. in cerca di occupazione la situazione già grave si mantiene stabile (19,7%); sostanzialmente inalterata e a un livello contenuto è l’incidenza per le famiglie con p.r. ritirata dal lavoro (da 4,3% del 2019 a 4,4% nel 2020).

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