Prende il via, nelle prossime settimane, un intervento di Medici con l’Africa Cuamm in Tigray, in Etiopia. Grazie ai fondi stanziati dalla Cei, attraverso Caritas Italiana, e in collaborazione con la Chiesa cattolica etiope, l’intervento si concentrerà nell’area tra Adigrat e Makellè, le principali città della regione, e si occuperà di supportare tre centri sanitari, gestiti da differenti congregazioni religiose, fortemente distrutti e danneggiati dagli scontri, iniziati lo scorso 4 novembre.
Si tratta del centro Idaga Hamus, poco distante da Adigrat, quasi interamente distrutto dagli scontri, e i centri sanitari di Shire e Alitena, nella zona centrale vicini ad Adua. “Mancano i farmaci salva-vita, i presidi sanitari, l’equipaggiamento, l’acqua pulita, l’elettricità”, spiega una nota. Oltre a questo, il Cuamm fornirà farmaci e materiali sanitari all’ospedale governativo “Ayder” di Makellé, anche questo gravemente colpito. Assieme alla riabilitazione dei centri, è necessario anche rimotivare il personale sanitario perché torni a prestare assistenza e soccorso alla popolazione.
“Si stima che siano 5 milioni le persone che necessitano di beni alimentari. Su un totale di 7 milioni (gli abitanti del Tigray), sono circa il 70% – racconta Riccardo Buson, rappresentante del Cuamm in Etiopia –. Il sistema sanitario è quasi completamente distrutto. Un numero imprecisato di centri sanitari è stato saccheggiato e gli operatori sanitari, non retribuiti, hanno lasciato i loro posti di lavoro. L’Oms stima che solo il 22% delle strutture sanitarie sia funzionante. La popolazione ha bisogno di tutto, ma soprattutto di cibo e assistenza sanitaria. La zona in cui interverremo, per i prossimi 9 mesi circa, è quella fascia che va da Adigrat, più a nord, a Makellè, più a sud. Tutta quell’area rimane altamente instabile. Finora nessuno poteva entrare e le comunicazioni erano bloccate. Da alcuni giorni, si sta vedendo qualche segnale di miglioramento, visto che dal 26 febbraio hanno anche riaperto i voli umanitari per raggiungere le due cittadine”.