La trasparenza salariale è diventata oggi proposta politica della commissione von der Leyen. Promessa all’insediamento della commissione, la proposta di direttiva intende “garantire che donne e uomini nell’Ue ricevano la stessa retribuzione per uno stesso lavoro”, introducendo due tipi di misure: strumenti per garantire la trasparenza (informazioni sulle retribuzioni da fornire alle persone in cerca di lavoro, diritto di conoscere i livelli retributivi dei lavoratori che svolgono lo stesso lavoro, obblighi di comunicazione del divario retributivo di genere per le grandi imprese); e strumenti nelle mani dei lavoratori per far valere i propri diritti e accedere alla giustizia, insieme al riconoscimento del “diritto a un indennizzo in caso di discriminazione retributiva”. Tutto questo, spiega una nota di Bruxelles, in tempo di pandemia che ha colpito pesantemente datori di lavoro per cui la proposta “mantiene la proporzionalità delle misure, offrendo flessibilità alle piccole e medie imprese”. “Non ci saranno più due pesi e due misure; le scuse non saranno più ammesse”, il commento della vicepresidente per i valori e la trasparenza Vera Jourová. Per Helena Dalli, commissaria per l’uguaglianza, con “la proposta sulla trasparenza salariale”, la Commissione “si impegna a garantire che i luoghi di lavoro raggiungano l’obiettivo” del riconoscimento del valore del lavoro delle donne e della parità di trattamento. La proposta dovrà essere adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio; poi gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepire la direttiva.