“In questo tempo, la nostra gente sperimenta una grave perdita di fiducia, spesso accompagnata dall’angoscia di aver perso per sempre la vita vissuta prima della pandemia e altresì aggravata da sofferenza, da morti in solitudine, dalla seria crisi economica; non da ultimo, dalle pressioni a cui sono sottoposti i nostri militari, per fronteggiare l’emergenza sanitaria e, ora, l’ordinato svolgimento della campagna vaccinale. Non possiamo, tuttavia, lasciarci avvincere da questo laccio di buio! Non possiamo non vedere nell’attuale crisi una possibilità di trasformazione del nostro sacerdozio, affinché sia canale della tenerezza di Dio che rinvigorisce i sogni degli uomini, soprattutto dei giovani”. Lo ha detto l’arcivescovo ordinario militare per l’Italia (Omi), mons. Santo Marcianò, celebrando questa mattina la messa crismale, presso la chiesa principale dell’Ordinariato ia Roma, Santa Caterina a Magnanapoli. Nell’omelia mons. Marcianò ha parlato del “grande dono del sacerdozio” additando la figura di san Giuseppe come “testimone” della “logica del dono di sé”, nella quale “è racchiusa tutta la sua felicità, vissuta in un amore casto, ovvero libero dal possesso e capace di decentrarsi, di mettere al centro Maria e Gesù, un padre nell’ombra”. L’ombra, ha aggiunto mons. Marcianò, “è il luogo dell’amore disinteressato, dell’amore casto e silenzioso; del passaggio dalle frustrazioni del sacrificio alla gioia feconda del dono. L’ombra è il luogo di Giuseppe, il luogo del sacerdote: l’ombra è il luogo del padre!”. Da qui l’invito ai cappellani collegati da tutta Italia, dalle missioni estere per la pace, dalle navi, assieme a tanti militari, a “contemplare sotto questo profilo la nostra paternità presbiterale! È bello sentire crescere, nel nostro intimo, l’oblatività carica di stupore nel veder crescere i figli che ci sono donati, come pure i cari confratelli”. Al termine dell’omelia l’arcivescovo ha voluto ricordare i sacerdoti che hanno perso la vita “per salvare gli altri, con fedeltà e carità! Oggi vogliamo ricordarli tutti e ricordare tutti i nostri confratelli defunti, assieme ai militari defunti, pregando in particolare per coloro che soffrono nel corpo, nello spirito o per le difficoltà del ministero”.