“Siamo anche noi, come Dante, in esilio, dentro casa; espropriati della nostra vita, minacciati nella nostra umanità, feriti da lutti e sofferenze, ma non vinti. Non vogliamo lasciarci vincere”. Lo scrive il vescovo di Forlì-Bertinoro, mons. Livio Corazza, nell’editoriale del settimanale diocesano “il Momento”, citando la lettera che Papa Francesco ha pubblicato in occasione del “Dantedì”.
Evidenziando che “il cammino verso la Pasqua è un cammino verso la felicità”, il presule ha sottolineato che “non è l’inferno il nostro destino, né qui, né nella vita eterna, ma il Paradiso, se ci lasciamo guidare dalla fede, dalla speranza e dalla carità”. Nelle parole del vescovo, la consapevolezza che “l’annuncio di Pasqua viene da lontano, dalla risurrezione di Cristo, passa attraverso testimoni che nel viaggio della loro vita lo hanno seguito, come Dante e tanti altri”. Ed “è fonte di speranza anche per l’oggi”. Poi, mons. Corazza si chiede: “Ma quanta fede ci è rimasta nel nostro tempo? Non meravigliatevi se tanti oggi dicono di non credere – risponde -; anche ai tempi di Dante non era così facile credere davvero al Vangelo di Gesù e alla sua morte e risurrezione”.
Infine, l’augurio a “tutti noi” di “trovare il tempo per leggere la Divina Commedia, come esercizio di bellezza e di rinascita nella fede e nell’umanità così necessarie per andare avanti in questi tempi così difficili”. “Il desiderio di Dio è dentro di noi, ed è bellezza, amore e pace. Il contrario della morte, della disperazione e della violenza. Vi ricordate il tema della diocesi per quest’anno: ‘Ripartire o rinascere?’. Anche in Dante troviamo la certezza che risorgere si può”.