L’Associazione italiana genitori – Age Aps -, espressione di oltre 200 associazioni locali diffuse nel Paese e impegnate nell’educazione, nella scuola, in progetti territoriali, considera “un primo passo importante del Governo la parziale riapertura delle scuole dopo Pasqua” e chiede che “le Regioni seguano tale scelta, non contrastandola con ulteriori provvedimenti restrittivi”.
Dopo aver ricordato che alcune ricerche hanno mostrato il rischio contenuto di contagi nelle scuole, che la Dad è, per i più fragili, anticamera di abbandono e dispersione scolastica, l’incremento dell’utilizzo di social da parte dei ragazzi e l’alta percentuale di Neet in Italia, l’Age, in una nota a firma della presidente Rosaria D’Anna, chiede, “con determinazione”, che ci “si operi perché anche gli studenti dalla seconda media alla quinta superiore rientrino al più presto nelle aule scolastiche”. La richiesta, sottolinea l’associazione, “è ragionevole se interventi sistemici saranno attuati: accelerazione dei vaccini (docenti; soggetti fragili e disabili; anziani…), coordinamento per differenziare gli orari delle grandi scuole nelle città, aule all’aperto nei mesi di aprile/giugno, didattica nei musei e centri sportivi, incremento del trasporto pubblico, campagne di screening nelle scuole con tamponi rapidi, controlli per assicurare il distanziamento nei principali luoghi di traffico e aggregazione…”
Come Associazione italiana genitori, prosegue la nota, “ribadiamo la piena disponibilità all’incontro e alla partecipazione a gruppi di lavoro nei quali, fino ad oggi, genitori e famiglie sono stati poco coinvolti: è necessario pensare a politiche familiari e a una spesa per l’istruzione significativamente più consistente, ma nel contempo distribuita sul sistema pubblico dell’istruzione (scuole statali e paritarie) con attenzione alla qualità della spesa stessa, al superamento delle enormi differenze non solo geografiche nel nostro Paese”.
Per l’Age, “è necessario, infine, pensare a ‘ristori educativi’, ad un’estate che riprenda ad offrire ai nostri figli le mille occasioni educative che nascono dal territorio, dal patto fra Stato, amministrazioni locali, privato sociale, associazionismo giovanile, cultura e sport, famiglie”.