“In seguito agli eventi accaduti nel comune di Tulum, in Quintana Roo, dove Victoria Salazar, originaria di El Salvador, è stata assassinata da agenti della Polizia municipale, la Pastorale della mobilità umana della Conferenza episcopale messicana esprime la propria “preoccupazione per la discriminazione, il razzismo e la xenofobia che prevalgono nelle forze di pubblica sicurezza in tutto lo Stato messicano”. È questa forte presa di posizione della Chiesa messicana, in una lettera aperta inviata al presidente della Repubblica, Andrés Manuel López Obrador, e alle altre autorità coinvolte, firmata da mons. José Guadalupe Torres Campos, vescovo di Ciudad Juárez e responsabile della Pastorale della mobilità umana. La morte di Victoria Salazar, ripresa in un video, sta infatti suscitando un forte impatto sull’opinione pubblica messicana, nel momento in cui l’emergenza migratoria sta tornando in primo piano, per il collasso della frontiera Nord e le voci di partenza di un’altra carovana dall’Honduras. La donna, 36 anni, mamma di due figlie, durante un arresto è stata sbattuta sull’asfalto e la pressione degli agenti con il ginocchio le ha spezzato la colonna vertebrale.
“Non possiamo tacere – scrive ancora il vescovo – di fronte alla violenza che viene esercitata contro i migranti in territorio messicano, dove ogni giorno vengono violati i diritti umani di quelle persone che, nella ricerca di una vita migliore, si trovano a dover migrare verso una terra sconosciuta. La nostra è una Chiesa dell’accoglienza, della comunione, della fraternità e dell’incontro, dove tutte le persone saranno sempre benvenute, indipendentemente dal luogo di origine, nazionalità o colore della pelle. Prosegue la lettera: “Ci rammarichiamo che, in questo tempo di Quaresima, in cui il Vangelo ci invita alla riflessione, al perdono, alla penitenza e al pentimento, ci siano segni di odio e violenza nei confronti dei migranti, soprattutto da parte di agenti dello Stato, coloro che hanno il mandato costituzionale di garantire la sicurezza e integrità di tutte le persone. Facciamo un appello rispettoso ma energico ai tre livelli di Governo, in modo che le persone che hanno commesso questo crimine siano punite nell’ambito dell’attuale quadro giuridico”.