“Ottimismo” di fronte alle politiche migratorie del nuovo presidente statunitense Joe Biden. Ma anche forte preoccupazione per la situazione dei migranti in Messico, l’aumento dello sfruttamento da parte dei gruppi criminali e dei cosiddetti “coyote”, alcune recenti scelte del Governo messicano. È quanto esprime la Pastorale della Mobilità umana della Conferenza episcopale messicana (Cem), in una nota firmata dal suo responsabile, mons. José Guadalupe Torres Campos, vescovo di Ciudad Juárez.
“Sappiamo che questi processi richiedono tempo, ma ci affidiamo alla buona volontà e speriamo che i legislatori faciliteranno l’attuazione delle politiche proposte dal presidente Joe Biden”, si legge. Tuttavia, avverte la Cem, “queste politiche migratorie hanno provocato un eccessivo ottimismo nella popolazione migrante, che, sperando di poter entrare presto negli Stati Uniti, si sta muovendo da diversi Paesi, soprattutto dal Centroamerica e dal Messico, provocando una sorta di ‘strozzatura’ in attesa al confine Nord. Molti stanno cercando di passare illegalmente, ma a causa della validità del Titolo 42 (lo statuto del codice degli Stati Uniti che si occupa di welfare e salute pubblica), vengono arrestati e immediatamente rimpatriati in Messico, senza un giusto processo, senza distinzioni di nazionalità e senza valutare esigenze di protezione internazionale”. Inoltre, in Messico “percepiamo un aumento costante della violenza, dell’insicurezza, della tratta e della tratta di esseri umani. L’insicurezza e la violenza stanno provocando lo sfollamento di numerose famiglie, soprattutto tra i popoli originari di Chiapas e Guerrero, che si stanno spostando verso il confine settentrionale per chiedere asilo negli Stati Uniti”.
Il vescovo di Ciudad Juárez denuncia, poi, che a causa delle “politiche di persecuzione, detenzione, deportazione e repressione della migrazione, attuate dal governo del Messico, il traffico di persone da parte dei gruppi della criminalità organizzata è notevolmente aumentato, e così pure la presenza di ‘coyote’ che cercano di catturare e sequestrare i migranti per la loro attività”. Forti critiche anche per la crescente militarizzazione della frontiera Sud, per l’aumento di pratiche “disumane” di repressione da parte degli agenti di Polizia e per le recenti riforme che non prevedono spazi di accoglienza per minori migranti non accompagnati.