“Come uomini e donne impegnati in un Movimento che ha nel suo Dna quali caratteri essenziali il professarsi ‘cristiani’ e l’impegno per i ‘lavoratori’ non possiamo non sentirci tutti chiamati in causa e fare ancora di più per ascoltare, prestare aiuto concreto e attenzione a quanti (e sono tantissimi) stanno pagando in prima persona gli effetti tragici di questa crisi”. Lo ha detto il presidente del Movimento cristiano lavoratori, Antonio Di Matteo, in occasione della messa celebrata stamani dal presidente della Cei, il card. Gualtiero Bassetti, nella basilica di Sant’Antonio di Padova, a Roma, con la quale il Mcl ha aperto i riti per la Settimana Santa. Il presidente ha riconosciuto che “viviamo un tempo di crisi profonda, in cui l’umanità si trova a fronteggiare gli attacchi di un virus che sta dispiegando drammatici effetti divisivi, e che rischia di aggravare e far esplodere fratture sociali che già da tempo covavano sotto le ceneri, con ricadute che – come ha sottolineato il Consiglio permanente della Cei appena conclusosi – stanno generando un pericoloso ‘effetto domino sulla salute, sul lavoro, sull’economia e sull’educazione’”. In quest’ottica, secondo Di Matteo, “il lavoro per noi resta la chiave essenziale della questione sociale”.
Osservando che “la forbice delle diversità tra ricchi e poveri, giovani e anziani, donne e uomini, si allarga sempre più rischiando di alimentare la rabbia sociale e il conflitto”, il presidente del Mcl ha assunto l’impegno del Movimento a “rimboccarci le maniche, a continuare con ancora maggior vigore a seminare azioni di solidarietà e di amicizia, di dialogo e di sostegno, ma anche a far sentire la nostra voce invocando – come da sempre facciamo – politiche adeguate e coraggiose che rilancino l’occupazione e mettano al centro le famiglie e i cittadini, i giovani e i poveri”.