Nell’area Euro l’attività economica nel quarto trimestre del 2020 è diminuita meno del previsto ma il recupero dei ritmi produttivi è previsto a partire dal secondo trimestre 2021. È quanto emerge dall’“Euro-zone economic outlook” (Ezeo) diffuso oggi da Istat, Leibniz Institute for Economic Research at the University of Munich (Ifo) e Kof Swiss Economic Institute secondo cui “il quadro macroeconomico è caratterizzato da una elevata incertezza che accompagna sia l’evoluzione della pandemia e la velocità della campagna di vaccinazione, sia i tempi di realizzazione del programma Next Generation Eu”.
“Nel quarto trimestre 2020, il Pil dell’area dell’euro è diminuito meno del previsto (-0,7%), mentre la caduta dell’attività economica nel 2020 si è attestata al 6,6%”, viene spiegato, sottolineando che “la seconda ondata dei contagi registrata in autunno ha indotto i governi nazionali all’adozione di ulteriori misure di distanziamento sociale la cui intensità è stata comunque eterogenea tra paesi. Gli effetti negativi hanno riguardato prevalentemente le attività dei servizi mentre l’impatto sull’industria è stato più lieve, attenuando quindi la caduta del Pil”. “Le prospettive a breve termine sono molto incerte soprattutto per il settore dei servizi”, prosegue la nota, nella quale si evidenzia che “l’inizio delle campagne di vaccinazione nei Paesi dell’area costituisce un segnale positivo per le aspettative. Tuttavia, dall’inizio di marzo in poi la situazione pandemica ha iniziato a peggiorare quasi ovunque con una ripresa delle misure di contenimento in alcuni Paesi”. “Ad ogni modo, questi effetti negativi sono attesi avere solo un impatto transitorio sull’economia”. Stando alle previsioni, la produzione industriale dovrebbe segnare un aumento congiunturale dell’1,6% nel primo trimestre 2021 per poi decelerare tra aprile e giugno (+1,2%) quando il tasso di crescita su base annua risulterà superiore al 24%, rispetto agli stessi mesi del 2020 contraddistinti dalla presenza del periodo di lockdown, che aveva caratterizzato quasi tutti i paesi dell’area. Nel terzo trimestre del 2021, la dinamica congiunturale registrerebbe un ulteriore miglioramento (+1,3%). E se “la ripresa degli investimenti seguirebbe un ritmo più lento”, l’inflazione “dovrebbe aumentare leggermente a partire da secondo trimestre legandosi alla ripresa della domanda e alla robusta crescita tendenziale dei prezzi del petrolio”. “L’incertezza rimane elevata”, viene ribadito: “I rischi al ribasso sono legati alla terza ondata di contagi e al possibile prolungamento delle misure di contenimento che ritarderebbero la ripresa economica”.