“Attualmente, la situazione umanitaria in diverse parti del Paese è molto difficile. Come ci hanno detto i vescovi di Chocó, ci sono comunità sfollate e confinate. Come Chiesa chiediamo alla società di non perdere la speranza. In mezzo alla difficile situazione in molti territori, ci sono anche comunità e territori che hanno annunciato pace e riconciliazione”. Lo afferma, in un’intervista al quotidiano colombiano El Tiempo, l’arcivescovo di Bogotá e primate di Colombia, mons. Luis José Rueda Apacicio. “Dobbiamo continuare sulla strada ardua della costruzione della pace. Abbiamo bisogno di donne e uomini artigiani della pace, abbiamo bisogno di leader nell’architettura della pace. Questa è la via del vero sviluppo”, dice l’arcivescovo, che solidarizza con i leader sociali che rischiano tutti i giorni la vita, nelle periferie del Paese, e con il vescovo di Buenaventura, mons. Rubén Darío Jaramillo, recentemente minacciato di morte. Mons. Rueda lancia, poi, un forte messaggio alle autorità politiche: “È tempo di analizzare attentamente la profonda disuguaglianza che esiste in Colombia. Tra noi l’estrema povertà convive con l’estrema ricchezza, con un fattore aggravante che è la generalizzazione dell’indifferenza. L’ascolto di Cristo sulla croce ci porta ad ascoltare il grido dei poveri, nelle città e nelle periferie impoverite della nostra geografia nazionale”.
Commenta dalla capitale colombiana Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani: “L’arcivescovo Rueda ha scosso le coscienze, con una altra intervista-terremoto su El Tiempo, come fece a Natale, non risparmiando critiche al Governo del presidente Duque sul modello di sviluppo e sul mancato riconoscimento della protezione dei leader sociali, che difendono la democrazia di base in molti territori abbandonati dallo Stato, in preda a corruzione, mafie e violenze dei gruppi armati illegali”. Un messaggio che è echeggiato anche nelle chiese di Bogotá: “Oggi, per esempio, il vescovo ausiliare, mons. Luis Manuel Alí Herrera, ha celebrato nella chiesa di Gesù operaio, nel quartiere popolare di La Perseverancia, nel centro della città, sottolineando il ruolo delle persone che vivono e operano per la solidarietà nei quartieri poveri, e ha affermato che in questa Settimana Santa siamo chiamati a impegnarci nella vita quotidiana per la giustizia e per sanare le ferite dell’umanità, come segno di speranza del Vangelo”.