“Il minimo storico di nascite dall’Unità d’Italia fatto segnare dal nostro Paese nel 2020 ci colpisce ma in un certo senso purtroppo ce lo aspettavamo: è frutto della paura ma anche di troppi anni di scarsa attenzione alle famiglie”. Con amarezza il presidente nazionale di Anla, Edoardo Patriarca, commenta i dati messi in evidenza dal report “La dinamica demografica durante la pandemia Covid-19 anno 2020” pubblicato oggi dall’Istat.
“Abbiamo ancora nel cuore e nella mente il grandissimo tributo pagato dalle generazioni più anziane in questa pandemia, quasi decimate, e il grande dolore delle famiglie italiane”, prosegue Patriarca, sottolineando come “Papa Francesco ci ha ricordato che da una crisi si esce o peggiori o migliori, mai uguali a prima”. Come Associazione nazionale lavoratori anziani, evidenzia il presidente, “ci stiamo battendo da anni ma ancor di più dall’inizio della pandemia per migliorare da subito il futuro del nostro Paese, nella consapevolezza che esso va preparato nell’oggi. Abbiamo un disperato bisogno di politiche di sostegno adeguato alle famiglie, un aiuto che faccia loro capire che non sono sole nella vita quotidiana al tempo del Covid”. “Tante associazioni – osserva – come la nostra appartenenti al Terzo settore stanno aiutando i nuclei familiari in difficoltà ma non basta un intervento a macchia di leopardo: lo Stato, la nostra grande famiglia italiana, deve prendersi cura dei suoi figli più fragili con politiche adeguate, con il coraggio di scelte economiche adeguate – guardiamo con favore a quanto oggi il presidente Draghi ha annunciato a proposito dell’assegno unico con maggiorazione per le persone differentemente abili, purché l’accesso al beneficio sia veramente prerogativa di chi ne ha diritto – e incentivi per le famiglie numerose. Mettere al mondo figli non deve più essere considerato in Italia un lusso o un calcolo economico”.
“Chiediamo di potenziare i servizi per l’infanzia, perché i nonni non vengano più considerati necessari in quanto ‘operatori familiari’ costretti a supplire l’assenza dei genitori impegnati al lavoro ma fondamentali in quanto espressione d’amore vero collante fra le generazioni”, aggiunge Patriarca, secondo cui serve “un nuovo modello di welfare per le generazioni più anziane, anche ridisegnando la rete delle Rsa in Italia con migliori finalità e qualità di vita: un nuovo modello che necessita da subito di una legge sull’invecchiamento attivo per far sì che le energie ancora vitali e preziose per saggezza e esperienza non vadano sprecate ma possano ancora contribuire alla costruzione del bene comune”. Richiesta anche “da subito un’attenzione particolare ai caregiver familiari accompagnata da un adeguato intervento normativo”. “Viviamo in un Paese bellissimo che abbiamo contribuito a costruire con il lavoro di tante generazioni: possiamo farlo ripartire – conclude Patriarca – ma tutto inizia dalla famiglia e da politiche adeguate che permettano di avere più figli”.