Sono 7 le Regioni/Province autonome che si trovano sotto la media nazionale della capacità di somministrazione giornaliera di dosi vaccinali nell’ultima settimana, ma non sono le uniche che devono migliorare la propria performance. Considerando il valore 500mila pari al 100% delle somministrazioni indicate come obiettivo dal Piano vaccinale anti-Covid, il gap giornaliero medio dell’ultima settimana è pari al 69% (343.499 somministrazioni), in quanto nell’ultima settimana la capacità media di somministrazioni giornaliere è stata pari a 156.501, di cui 87.861 sono prima dose e 68.820 sono seconda dose. A fare il punto sulla campagna vaccinale è la 45ª puntata dell’Instant Report Covid-19, iniziativa dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell’Università Cattolica di confronto sistematico sull’andamento della diffusione del Sars-CoV-2 a livello nazionale.
“Al 22 marzo – si legge ancora nel report –, 10 Regioni (Lazio, Puglia, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Umbria, Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte e Marche) registrano la più elevata pressione per tasso di saturazione sia in area non critica sia in terapia intensiva”. “L’occupazione dei posti letti di terapia intensiva – afferma Americo Cicchetti, direttore Altems – continua a crescere”. In sintesi, “al 22 marzo 2021 più del 40% dei posti a regime di terapia intensiva è occupato da pazienti Covid-19”. Numeri di fronte ai quali i servizi sanitari regionali non possono far altro che “conservare” posti letto, “sospendendo le attività in elezione non urgenti. In 8 Regioni – conclude – le attività ordinarie si sono fermate: in Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Puglia e Toscana sono stati sospesi i ricoveri in elezione mentre nelle Marche, in Piemonte e in Umbria lo stop ha riguardato sia le attività chirurgiche in elezione che quelle ambulatoriali”.