“Accelerare la produzione, la consegna e la diffusione dei vaccini rimane essenziale e urgente per superare la crisi ed è necessario intensificare ulteriormente gli sforzi profusi a tal fine. Sottolineiamo l’importanza della trasparenza nonché dell’utilizzo di autorizzazioni di esportazione”. La riunione in videoconferenza dei capi di Stato e di governo, conclusasi ieri sera, non è giunta a particolari decisioni, ma ha ribadito, almeno nella forma, l’unità di intenti e di azione dei Ventisette per contrastare la pandemia e i suoi effetti. Necessario, quindi, per i leader dei Paesi Ue, accelerare la campagna vaccinale, mettendo sotto pressione le aziende farmaceutiche, in particolare AstraZeneca che resta inadempiente nella consegna delle dosi. Regole più ferree per la esportazione di dosi, collaborazione con gli Stati Uniti (il presidente Joe Biden è intervenuto da Washington), senza escludere il vaccino russo Sputnik. “Riconosciamo l’importanza delle catene globali del valore e ribadiamo che le aziende devono garantire la prevedibilità della loro produzione di vaccini e rispettare i termini di consegna contrattuali”, scrivono i leader nella dichiarazione conclusiva del Consiglio europeo. “Confermiamo il criterio proporzionale in base alla popolazione per l’assegnazione dei vaccini. Invitiamo il Comitato dei rappresentanti permanenti ad affrontare la questione della velocità di consegna dei vaccini nel momento in cui si assegneranno i 10 milioni di dosi accelerate di BioNTech-Pfizer nel secondo trimestre del 2021 in uno spirito di solidarietà”.
“La situazione epidemiologica rimane grave, anche alla luce delle sfide poste dalle varianti. Per il momento devono essere pertanto mantenute le restrizioni, anche per quanto riguarda i viaggi non essenziali, tenendo conto della situazione specifica delle comunità transfrontaliere, mentre deve continuare a essere garantito il libero flusso di beni e servizi nel mercato unico, anche mediante il ricorso alle corsie verdi”. Dovrebbero tuttavia “iniziare i preparativi per un approccio comune alla graduale revoca delle restrizioni, allo scopo di garantire che gli sforzi siano coordinati quando la situazione epidemiologica consentirà un allentamento delle misure attuali”. L’Ue non rinuncia quindi a guardare oltre il Covid. “Dovrebbero essere portati avanti con urgenza i lavori a livello legislativo e tecnico sui certificati digitali interoperabili e non discriminatori”, i cosiddetti “passaporti vaccinali” proposti dalla Commissione. Inoltre, “è necessario proseguire speditamente i lavori per l’istituzione di un meccanismo di condivisione dei vaccini, in modo da integrare e sostenere il ruolo guida di Covax nel garantire l’accesso universale ai vaccini e la loro diffusione”.
La presidente della Commissione Ursula von der Leyen durante il vertice online ha fatto il punto sui vaccini. Finora sono stati inoculati 62 milioni di dosi; 18,2 milioni di europei hanno ricevuto le due iniezioni (pari al 4,1% della popolazione Ue). 88 milioni di immunizzanti sono attesi entro questo fine settimana. Nel secondo trimestre 2021 dovrebbero giungere 360 milioni di dosi, da distribuire proporzionalmente tra i Paesi aderenti, mentre 77 milioni di dosi sono stati esportati dall’Ue verso Paesi terzi (21 milioni verso il Regno Unito).