“Bisogna aver consapevolezza dell’unicità di Venezia” che deve tornare ad essere “viva”, “abitata nel quotidiano, accogliente, ordinata, a misura d’uomo, ossia di bambino, anziano, famiglia. Per questo va costruita un’alleanza fra le generazioni, la nostra e le future, riconoscendo il giusto desiderio di protagonismo dei giovani che non possono essere perenni precari fino alla mezza età”. Parola di mons. Francesco Moraglia, patriarca di Venezia. Nell’omelia del pontificale celebrato oggi in San Marco in occasione dei 1.600 anni della nascita della città, il patriarca ha invitato a investire su scuola, formazione, lavoro, cultura, ma anche sociale e “fragilità”, come “Covid 19 ci ha insegnato”. Per Moraglia occorre inoltre perseguire “una politica a sostegno, a tutto tondo, della famiglia” perché “un padre e una madre che generano ed educano i figli” costituiscono oggi “una speranza e una vera ricchezza per il nostro futuro e quello della società; ne consentono la rigenerazione, ne sono il futuro”. Non si tratta, ha precisato, “di assistenzialismo, ma di Stato sociale e di un investimento intelligente e lungimirante, anche sul piano educativo e formativo”. A Venezia, infine, l’invito a fare “sistema” e “rete”, chiamando “in causa la responsabilità della politica ma senza scaricare sulla politica le colpe che non sono della politica e ricercare, se vi sono, altre eventuali responsabilità là dove si trovano”.