“Venezia è una città veneta e italiana, giustamente fiera dell’originalità e dell’unicità delle sue radici e delle sue tradizioni. Ma il suo carattere e la sua universalità fanno sì che la città oltrepassi i confini regionali e nazionali. Venezia appartiene al mondo intero”. Lo ha scritto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio di auguri alla città di Venezia per i milleseicento anni dalla fondazione. “Per l’Italia e per il mondo, è da sempre una città emblematica che ha incessantemente evocato fascino, bellezza, arte, intraprendenza, libertà e buon governo”, osserva il Capo dello Stato, ricordando come, nella sua storia, sia stata “capace di estendere la sua influenza molto al di là del suo limitato territorio”. “Un successo globale, attestato non soltanto dai veneziani celebri nel mondo: Marco Polo, Vivaldi, Tintoretto, Tiepolo, Bellini, Goldoni. Ma anche – sottolinea Mattarella – dall’attrazione e dal fascino che la città lagunare ha sempre esercitato nei confronti dei più importanti uomini di cultura di ogni tempo: da Shakespeare a Goethe, da Byron a Stendhal, da Wagner a Thomas Mann, per citarne soltanto alcuni”.
“Da sempre ponte tra Oriente e Occidente, luogo di incontro privilegiato tra civiltà, culture, popoli, religioni, Venezia rimane – e certamente rimarrà – simbolo di dialogo, di incontro, di conoscenza”, il tributo del presidente che di Venezia sottolinea la capacitò “di trovare, nella universalità e nell’apertura, nella cultura e nell’intraprendenza, la sua vocazione e il suo radicamento”. “Ecco perché – osserva Mattarella – la storia e il successo di Venezia nei secoli si presentano come un esempio per l’Italia di oggi”. “Il suo patrimonio inestimabile di arte e di cultura va difeso e preservato”, ammonisce il Capo dello Stato, convinto che “vanno sostenuti e rilanciati anche la sua peculiare vivacità, la sua economia, il suo essere, insieme, comunità locale forte e coesa e punto di riferimento internazionale”. “Non una città-museo, dunque, ma una città piena di vita e dinamismo”, conclude Mattarella: “Perché Venezia non può esistere senza i veneziani”.