Il 2020 ha posto nuove sfide alla protezione e inclusione di bambini e adolescenti migranti e rifugiati e il Covid-19 ha esacerbato i rischi sanitari, aumentato le difficoltà nell’accesso ai servizi, l’esposizione al rischio di sfruttamento e violenza. Questo il quadro descritto dal Rapporto annuale 2020 – Programma dell’Unicef a sostegno dei bambini e adolescenti migranti e rifugiati in Italia lanciato oggi. Lo scorso anno sono sbarcati in Italia via mare oltre 34mila migranti. Di questi, il 5% minorenni accompagnati, il 14% arrivati soli (circa 4.600). Per rispondere a queste sfide, nel 2020 l’Unicef è intervenuta a fianco delle istituzioni raggiungendo oltre 6mila minorenni e giovani migranti e rifugiati e circa 1.500 operatori con interventi diretti. Tra questi: 3.600 minorenni e giovani sono stati supportati con servizi di protezione tra cui supporto psico-sociale, accesso a forme di affido familiare e supporto legale individualizzato; 1.400 hanno avuto accesso a servizi di prevenzione e risposta alla violenza di genere.
Tra le azioni online: oltre 1.500 operatori sono stati formati online sulla protezione dei minori e risposta alla violenza di genere; oltre 5.600 giovani hanno espresso la propria voce tramite la piattaforma U-Report on the Move.
Nel 2020, l’Unicef ha risposto anche ai bisogni specifici legati alla pandemia con, fra l’altro, screening medici, pre-triage e attività di orientamento per 2.400 migranti e rifugiati. Oltre 160mila persone sono state raggiunte online con messaggi-chiave sul Covid-19 adattati alle esigenze linguistiche, culturali, di età e di genere, e oltre 2mila adolescenti, inclusi migranti e rifugiati, sono stati ascoltati durante il lockdown sulle loro prospettive per il futuro. Per Anna Riatti, responsabile programma di risposta Unicef a favore dei bambini e adolescenti migranti e rifugiati in Italia, “la protezione dei minorenni vulnerabili, tra cui migranti e rifugiati, deve restare una priorità dell’agenda politica”.