“Con la lettera apostolica Candor lucis aeternae, Papa Francesco ci rivela una attenzione speciale per la città, essendo noi ‘i custodi’ della tomba di Dante, esule dalla sua Firenze e pellegrino accolto a Ravenna fino alla morte. E soprattutto ci mette a disposizione una ulteriore riflessione, ricca, densa, coinvolgente, che si colloca nella scia dei documenti dei Pontefici del secolo scorso, dedicati a Dante Alighieri e alla sua Divina Commedia”. Così l’arcivescovo di Ravenna-Cervia, mons. Lorenzo Ghizzoni, commenta la “Candor lucis aeternae”, la lettera apostolica del Papa diffusa oggi nell’anno in cui si celebra il settimo centenario della morte del Sommo Poeta. Il presule ha curato la prefazione alla Lettera nell’edizione che uscirà a inizio aprile per Itaca edizioni.
“Siamo grati a Papa Francesco anche perché ci chiede di rilanciare l’opera dantesca nella scuola, nell’università, dovunque si fa cultura e dove si educa, dove si studia la lingua e la letteratura italiana, nelle facoltà teologiche dove si formano i futuri sacerdoti e docenti, nel mondo dell’informazione, in quello delle arti”, prosegue mons. Ghizzoni. “Ma soprattutto – osserva l’arcivescovo – andrà proposto tra i giovani e gli adolescenti, terreno così bisognoso e pronto a ricevere il buon seme dei valori umani, civili e religiosi che rendono la vita degna e nobile”.