“C’è un vero e proprio vuoto educativo in cui le nostre parrocchie, con i nostri movimenti ecclesiali e le associazioni cattoliche, sono chiamate a riscoprire la loro funzione educativa e ampliare la loro offerta con iniziative di formazione permanente, non soltanto di carattere biblico teologico, ma anche etico e politico”. Lo constata don Giuseppe Fausciana, parroco di Enna e responsabile regionale in Sicilia della Pastorale della Scuola e dell’Educazione cattolica, dopo i recenti fatti che si sono verificati a Gela. Un vero e proprio allarme sociale ed educativo quello emerso con il tentativo di un gruppo di giovani di impiccare un cane (morto dopo due giorni di agonia), l’assalto di ignoti a uno dei due Palasport della città e la morte nella totale indifferenza di un senzatetto rumeno.
La riflessione di don Fausciana vuole “suscitare una maggiore consapevolezza circa l’impegno della Chiesa a favore dei giovani”, perché – dice – “tutti siamo coinvolti nell’impegno educativo e ne portiamo una responsabilità che non può essere delegata solo ad alcuni”. “È fondamentale recuperare lo spirito di comunità, oggi potentemente minacciato dall’individualismo. La formazione offerta dalla comunità cristiana non si può limitare alla sfera religiosa – ammette – ma si deve aprire, con provata competenza, a tutta la realtà umana”.
Soffermandosi sui recenti fatti di cronaca, il sacerdote ribadisce che “non possono non accendere i riflettori su una questione emergente che impegna le nostre parrocchie in una riflessione seria e puntuale”. “Non c’è da scherzare: c’è una partita educativa aperta che ci offre molte possibilità di Vangelo. Non possiamo essere così ottusi da non accorgercene”.