Degli oltre due milioni di euro ricevuti dalla Cei per contrastare le conseguenze della pandemia, dalla diocesi di Padova sono stati costituiti due fondi di un milione di euro circa ciascuno, il primo per sostenere e alimentare il Sostegno sociale parrocchiale, attivato dalle parrocchie che vi hanno aderito, e il secondo (1.072.235,92 euro) per aiutare le comunità e gli enti più in difficoltà a seguito l’emergenza Covid. Al progetto Sostegno sociale parrocchiale hanno aderito 263 parrocchie (sul totale di 459). Per accedere al fondo del Sostegno sociale parrocchiale le parrocchie potevano chiedere due tipi di contributi, presentando domanda entro il 31 gennaio 2021. “Il primo, di 847.850 euro, è stato destinato a persone e famiglie e ha assunto la forma di prestiti sulla fiducia, pagamenti di utenze e affitti, buoni spesa nei supermercati locali, sostegno alla povertà educativa, ad esempio per la necessità di mezzi e linee internet per connessioni o il pagamento delle rette scolastiche. Una parte ha riguardato anche le spese sanitarie e ticket: già prima della pandemia l’impoverimento delle persone andava a toccare proprio il diritto alla salute”, ha spiegato Lorenzo Rampon, direttore della Caritas diocesana di Padova.
“In questo caso – ha spiegato Rampon – le parrocchie beneficiarie si sono impegnate ad attuare delle collette in modo che, ad ogni euro di contributo Cei, la parrocchia stessa ne mettesse un altro. Sono a oggi 649.409 euro gli euro raccolti, ma molte collette sono ancora aperte, portando così i fondi disponibili a un totale di 1.497.259 euro”. Il secondo tipo di contributo, circa 144mila euro, ha previsto la possibilità di ricevere un massimo di 4mila euro per progetti personalizzati di accompagnamento: a oggi sono stati attivati 89 progetti in 57 diverse parrocchie.
“Al momento – ha chiarito il direttore della Caritas diocesana – siamo ancora immersi nella fase della rilevazione dei bisogni, si sta cercando di incrociare le problematiche che spesso emergono anche grazie alle ‘sentinelle naturali’ presenti nei territori, in contatto con i servizi sociali comunali. Non tutte le parrocchie sono state in grado di fare richiesta del fondo, ma il loro numero è sorprendentemente alto se si conta che il loro numero è quasi triplicato rispetto a quelle che prima del Covid riuscivano a fare degli interventi di sostegno al reddito”.
Del milione di euro messo a disposizione per questa forma di sostegno, 75mila euro sono stati destinati anche al sostegno nella fase di emergenza sanitaria a tre ospedali di Medici con l’Africa Cuamm in Etiopia, Tanzania e Uganda, e circa 77mila euro sarà destinato ad altri progetti di carità sempre relativi alle conseguenze della pandemia.
Con il secondo fondo costituito dalla diocesi, per un totale di 1.072.235,92 euro, sono state aiutate 141 parrocchie che versavano in grosse difficoltà per le conseguenze sanitarie, economiche e sociali connesse al Covid-19.