Il Covid-19 ha toccato da vicino i due terzi della popolazione italiana. Il 65,7% afferma di conoscere persone che si sono contagiate. Il 6,4% dei cittadini non saprebbe dire se conosce o meno persone che si sono ammalate di Covid. È quanto emerge dal report “I cittadini durante la seconda ondata epidemica” relativo al periodo 12 dicembre 2020-15 gennaio 2021, diffuso oggi dall’Istat.
“L’esperienza di conoscere persone contagiate è più diffusa nelle classi di età centrale (75,6% tra i 35 e i 44 anni), meno tra gli anziani, a ulteriore conferma di comportamenti prudenziali da parte di questa categoria di cittadini e dei loro cari (47,0% tra gli ultrasessantacinquenni)”, viene spiegato, aggiungendo che “anche la condizione occupazionale impatta sulla probabilità di avere tra le proprie conoscenze una persona contagiata: si va dal 72,8% degli occupati al 59,2% di quanti si trovano in un’altra condizione”.
Stando al report, è “diffusa la paura di contagiarsi”. Durante la seconda ondata epidemica, il 93,2% della popolazione ha espresso preoccupazione: il 27,6% si è detto molto preoccupato, il 65,6% un po’ preoccupato. A essere molto preoccupati soprattutto gli anziani (41,1% tra i 65 e i 74 anni) e i residenti nelle Regioni del Nord e del Sud del Paese, meno nel Centro (solo il 15,2% è molto preoccupato). Tra gli occupati, come comprensibile, sono i lavoratori della Sanità a dirsi più frequentemente molto preoccupati (48,5%). “Questa preoccupazione – spiega l’Istat – è confermata dalla diffusa propensione a fare il test, in caso di contatto con qualcuno che è risultato positivo al Covid-19, anche in assenza di sintomi. Il 95,9% lo farebbe di sicuro, il 4,1% potrebbe decidere di non sottoporsi al test, prevalentemente per dubbi sull’affidabilità dei test (34,1%), o per timore di perdita di guadagno in caso di esito positivo (20,5%)”.
Dopo un anno di pandemia, lavarsi e disinfettarsi le mani è diventata “un’abitudine ormai consolidata” anche se “meno frequente che durante il lockdown”. Nella seconda ondata “rimane alta la fiducia nel personale sanitario e nella Protezione civile” così come è stato espresso dagli italiani, come successo durante il lockdown, un “cauto ottimismo verso la risoluzione del problema anche nella seconda ondata”.