“Abbiamo imparato che tante risorse non portano necessariamente alla ripartenza del Mezzogiorno. Ci sono due problemi: uno nell’utilizzo dei fondi europei, l’altro nella capacità di completamento delle opere pubbliche”. Lo ha sottolineato stamattina il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, intervenendo in videoconferenza all’iniziativa “Sud – Progetti per ripartire”.
“A fronte di 47,3 miliardi di euro programmati nel Fondo per lo Sviluppo e la coesione dal 2014 al 2020, alla fine dello scorso anno erano stati spesi poco più di 3 miliardi, il 6,7%”, ha spiegato il premier, aggiungendo che “nel 2017, in Italia erano state avviate ma non completate 647 opere pubbliche”. “In oltre due terzi dei casi, non si era nemmeno arrivati alla metà”, ha precisato Draghi, sottolineando che “il 70% di queste opere non completate era localizzato al Sud, per un valore di 2 miliardi”. Per il presidente del Consiglio, “divenire capaci di spendere questi fondi, e di farlo bene, è obiettivo primario di questo governo”. “Vogliamo fermare l’allargamento del divario e dirigere questi fondi in particolare verso le donne e i giovani”, ha annunciato Draghi, convinto che il “successo in questo compito può essere anche un passo verso il recupero della fiducia nella legalità e nelle istituzioni, siano esse la scuola, la sanità o la giustizia”. “In questa sfida – ha concluso – un ruolo cruciale è anche vostro, classi dirigenti. Ma un vero rilancio richiede la partecipazione attiva di tutti i cittadini”.