“La vera fede cristiana sta in questo, non nel dotarci di un insieme di schemi e forme religiose che pretendono di essere la sostituzione della volontà del Signore, ma piuttosto nell’accettare ciò che il Signore ci propone nelle circostanze storiche, nelle sfide del mondo, di restare coinvolti e ‘intrappolati’ con i poveri, ma anche con tutte le altre persone”. Ed è proprio quello che ha saputo fare mons. Luis Bambarén Gastelumendi, gesuita, vescovo emerito di Chimbote, personaggio di grande spicco della Chiesa peruviana degli ultimi decenni, morto per il Covid-19 venerdì scorso all’età di 93 anni. A pronunciare queste parole, sabato, durante la messa esequiale, è stato l’arcivescovo di Lima, mons. Carlos Castillo Mattasoglio, che in qualche modo ha indicato in mons. Bambarén l’esempio da seguire nel Perù di oggi.
L’arcivescovo ha definito il vescovo defunto “il nostro ‘Oscar Romero peruviano’, che ha saputo declinare la Parola in tutte le circostanze, perché era la volontà di Dio e non guardava a se stesso, ma alla missione che il Signore gli aveva dato”. Non a costo del martirio, ma certo di incomprensioni e insofferenze. Fin da quando, giovane vescovo ausiliare di Lima, accompagnò la vita dei poveri nei cosiddetti “pueblos jovenes”, nei sobborghi della città, subendo anche un arresto da parte del Governo militare di allora. Negli anni successivi, quando era vescovo di Chimbote, ebbe un ruolo chiave nel fronteggiare la guerriglia di Sendero Luminoso, dalla quale fu più volte minacciato. Mons. Castillo ha sottolineato il primato della preghiera e dell’accettazione della volontà di Dio in mons. Bambarén, concretizzatasi nella “opzione preferenziale per i poveri che ha assunto nella propria carne, attraverso tutta la missione che ha svolto nei ‘pueblos jovenes’ come chiamava come segno di speranza” i nuovi quartieri della periferia. Ha aggiunto mons. Castillo: “Essere simili a Dio non è ‘divinizzarsi’, non è credere di essere i migliori e disprezzare gli altri. Essere cattolico, essere cristiano, essere prete, essere vescovo non è disprezzare gli altri, è abbassarsi come Gesù che, per mostrarci il vero volto dell’essere umano che deve essere simile a Dio, semplicemente si china, condivide con i poveri, soffre le loro sofferenze e attraversa le loro disgrazie”.
La Conferenza episcopale peruviana, nelle stesse ore, ha inviato una lettera di condoglianze alla Provincia gesuita del Perù. Nel testo mons. Bambarén viene definito “icona della Chiesa a servizio dei poveri”.