Il Consiglio affari esteri ha deciso oggi di imporre sanzioni nei confronti di undici persone responsabili del colpo di Stato militare perpetrato in Myanmar (1 febbraio 2021) e della repressione militare e di polizia che sta lasciando una scia di morti. Non sono le prime che l’Ue ha deciso: queste colpiscono dieci “ufficiali del più alto rango delle forze armate”, dice la nota di Bruxelles, tra cui il comandante in capo Min Aung Hlaing e il vicecomandante in capo Soe Win, e “il nuovo presidente della commissione elettorale dell’Unione”, per il suo ruolo nell’annullamento dei risultati delle elezioni del 2020. A loro l’Ue impone, tra l’altro, di entrare o transitare nel territorio dell’Ue e il congelamento dei loro beni nell’Ue; inoltre, né cittadini o imprese potranno “mettere fondi a disposizione” di queste 11 persone. L’Ue ha anche sospeso l’assistenza finanziaria al governo, il congelamento di tutti gli aiuti agli organi governativi. Intanto continua una intensa azione diplomatica. L’Ue “vuole fare in modo che queste misure non abbiano conseguenze negative sulla popolazione”, si legge nella nota, “e rimane ferma sostenitrice della popolazione del Myanmar/Birmania e della transizione democratica del Paese”.