“Chiediamo al Governo l’accesso ai vaccini con equità e prontezza, e ai paesi sviluppati la loro solidarietà con chi ha di meno”. Lo scrive, in una nota, a nome della Pastorale della Salute della Conferenza episcopale guatemalteca (Ceg), il card. Álvaro Ramazzini Imeri, vescovo di Huehuetenango.
Secondo le informazioni giunte dal ministero della Salute, il Guatemala ha un piano di vaccinazione all’interno del progetto mondiale Covax. I primi vaccini sono stati effettuati il 25 febbraio, grazie a dei lotti donati da Israele e India, mentre l’11 marzo sono entrate nel Paese le prime 81mila dosi di AstraZeneca acquistate dal Governo, e destinate agli operatori del sistema sanitario e ai maggiori di settant’anni.
“Il nostro contributo come cristiani – riflette il card. Ramazzini – è prendere coscienza che il virus esiste, è reale e sta colpendo con più forza la popolazione vulnerabile e senza accesso ai servizi sanitari pubblici e chi è affetto da infermità croniche”. Per questo, “va accolto con fiducia e gratitudine l’arrivo dei vaccini, ma non dobbiamo abbassare la guardia, proseguendo con l’uso adeguato di mascherine e distanziamento fisico”. Prosegue la nota: “Invitiamo i nostri fratelli vescovi, sacerdoti e laici a unirsi per promuovere le misure di prevenzione per contenere la diffusione del Covid-19, e a informare con basi scientifiche e cristiane sull’utilità dei vaccini, promuovendo la vaccinazione volontaria e informata”.